Lapenna convince sempre meno. Ha ragione Etelwardo Sigismondi nella sua critica ad un certo modo di operare che, aggiungo, e mi ripeto, assume i contorni di un malcostume elevato a sistema. Se il bando pubblico ha una sua ragion d'essere, logica prima ancora che giuridica, mi verrebbe da dire anche 'etica', ma di questi tempi è troppo, svuotarlo di contenuto significa castrarlo, renderlo inidoneo al fine cui tende. Il rischio è l'affermarsi dell'evidenza pubblica sedatis motibus di stampo tardo-lapenniano. Se tu inviti gli operatori del settore ad avanzare le loro proposte economiche, e i parametri sono talmente rigidi da annullare qualsiasi ipotesi di partecipazione, che si riduce ad un unico fornitore, qualche sospetto viene. Non solo a me, che sono antipatico e cattivo. Questa volta si tratta di stampanti e fotocopiatrici, le volte precedenti di film, avvio della raccolta differenziata e sporcizie similari. La prossima è già nella mente del vulcanico primo cittadino.
g.z.
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