mercoledì 7 ottobre 2015

FALSIFICANDO TESTAMENTI / 2

La politica, degradata a luogo geometrico dell’affermazione di bassi istinti, è lo sbocco naturale dell’affarismo. Dopo aver falsificato il testamento, a pro di un portafoglio ipertrofizzato, eccoti il proscenio del flatus vocis, dell’inconsistenza. Qualche imbecille che applaude, giusto tre o quattro, si trova sempre, qualche reggi-microfono che deve riempire gli spazi destinati alla cronaca, anche. Avanti così, nella puerile illusione che la vita sia un gioco. E che la maleducazione ricevuta dai genitori sia il marchio di fabbrica da ostentare di fronte all’universo mondo.  


g.z.

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